Sabato 21 settembre, alla proiezione delle 20,45, il regista Gianni Amelio interverrà in sala al Multicinema Galleria di Bari per salutare il pubblico e presentare il suo ultimo film «Campo di battaglia», presentato in concorso all’81° Mostra del Cinema di Venezia. Amelio tornerà in sala anche a fine proiezione, per dibattere col pubblico del lungometraggio, che vede nel cast, tra gli altri, Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini.
Biglietti acquistabili in cassa e on line (costo 3,50 euro), su multicinemagalleria.18tickets.it (infotel: 080.521.45.63).
Il film, in sala dal 5 settembre, è liberamente tratto dal romanzo «La sfida» di Carlo Patriarca, ed è una produzione Kavac Film, Ibc Movie, One Art, con Rai Cinema. L’ambientazione è sul finire della Prima Guerra Mondiale. Due ufficiali medici (amici d’infanzia) lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite: sono dei simulatori, e farebbero di tutto per non tornare a combattere. Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina.
Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa. Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. Forse c’è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi o mutilati, purché non tornino in battaglia. C’è dunque un sabotatore dentro l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagerà anche la popolazione civile.