Sono 3.126 le parole che nell’edizione 2020 del vocabolario Zingarelli saranno accompagnate da un fiorellino ♣, simbolo grafico che le contrassegna come Parole da salvare: termini della lingua comune sempre meno presenti nell’uso scritto, orale e nei mezzi di informazione.
Proprio con la volontà di “salvare” queste parole – spesso trascurate a favore di sinonimi più comuni e intuitivi, ma più generici e meno ricchi di sfumature espressive – la casa editrice Zanichelli presenta nelle principali città italiane, da settembre a novembre 2019, il progetto #paroledasalvare.
#PAROLEDASALVARE: IL TOUR
L’iniziativa coinvolge le principali città italiane (Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Palermo), le cui piazze ospiteranno #AreaZ: una zona a lessico illimitato in cui trovare le parole giuste per esprimere il mondo. In #AreaZ tutti sono invitati a scegliere una parola e a prendersene cura, usandola in modo opportuno.
Come si salva una parola?
In #AreaZ una grande installazione-vocabolario ospiterà, sulla quarta di copertina, un monitor touchscreen che proporrà a rotazione 5 dei 3126 lemmi da salvare. Scelta la propria parola da salvare, sarà possibile postarla, con il suo significato, sui propri canali Facebook e Instagram direttamente dallo schermo del vocabolario.
E per chi ai social network preferisce le reti sociali tradizionali Zanichelli ha pensato a cartoline vere e proprie: ogni cartolina conterrà una parola da salvare con il suo significato, da affrancare e spedire.
Dopo Milano (21 – 28 settembre 2019), Torino (29 settembre – 4 ottobre), Bologna (5 – 11 ottobre) e Firenze (12 – 19 ottobre), è la volta della città di Bari. il dizionario-installazione arriva in piazza Diaz dal 20 al 26 ottobre.
L’ultima tappa del tour è invece prevista a Palermo (31 ottobre – 7 novembre).
MSGMxZanichelli
Il brand di moda MSGM, che da sempre si contraddistingue per la sua attitudine alle contaminazioni sperimentali con altri mondi come l’arte contemporanea e la musica, sceglie di “adottare” cinque parole e creare una speciale capsule collection MSGMxZanichelli contribuendo così a salvare, e quindi riscoprire, il variegato patrimonio linguistico e lessicale italiano.
MSGM è un fashion brand creato nel 2009 da Massimo Giorgetti in partnership col Gruppo Paoloni. Il mix è semplice: contemporaneità e sempre nuovi spunti, partendo dalla musica e dall’arte contemporanea. Massimo Giorgetti sa mescolare le sue passioni a tutte quelle espressioni estetiche ed artistiche più innovative che animano il mondo digitale. Il risultato: un caleidoscopio di colori, forme e linee che cattura inesorabilmente l’attenzione del pubblico, facendo di MSGM uno dei marchi moda più intriganti del momento.
“Sono alla costante ricerca di novità, ma la vera novità che mi ha colpito del progetto Zanichelli #paroledasalvare, è stata la volontà di preservare parole, quasi dimenticate, della lingua italiana. Non solo preservarle, ma anche promuoverle, sostenerle, fino a riportarle in uso. Per adottare una metafora cara al mondo della moda, ideare questa collaborazione è stato come aprire gli ‘archivi dell’italiano’ e scoprire una ricchezza inaspettata, di parole, suoni e significati”, dichiara Massimo Giorgetti.
Impavido, Impetuoso, Illogico, Vivido e Radioso sono le protagoniste dei capi della linea presentata in anteprima a Milano durante la Fashion Week (17-23 settembre 2019): la tradizionale estetica delle definizioni del vocabolario Zingarelli, parte di una memoria collettiva e condivisa, viene trasformata così dall’immaginario contemporaneo di MSGM in stampa inedita per i suoi capi.
LE PAROLE DA SALVARE: UNA MISSIONE CULTURALE E DIDATTICA
In un contesto linguistico dove parole nuove, o neologismi, catturano l’interesse e attirano maggiormente l’attenzione, Zanichelli con il progetto #paroledasalvare si pone l’obiettivo non solo di far conoscere una parte meno nota del patrimonio lessicale italiano, ma anche di invitare al suo utilizzo, per ritrovare il gusto di prediligere parole meno consuete arricchendo di sfumature il proprio modo di comunicare. La capacità di scegliere esattamente il termine più giusto, più calzante per quello che si vuole dire, aiuta a esprimersi nella maniera più chiara ed efficace possibile. Anche i sinonimi non sempre esprimono esattamente lo stesso concetto, non è quasi mai vero che una parola vale l’altra.
In molti casi poi le #paroledasalvare si rivelano insostituibili: per farne a meno si è costretti a usare al loro posto spiegazioni più o meno lunghe e articolate, ma anche molto meno icastiche, cioè meno espressive, meno vivide, meno precise.
Il lessico è l’insieme delle parole usate da una comunità di parlanti. La parola, facoltà ed espressione peculiare dell’essere umano (che rimanda alla ricchezza originale, al pecus “bestiame”), è uno strumento essenziale di comunicazione ed è in stretta relazione con l’attività del pensare, cioè di riflettere sul rapporto con sé stessi, con gli altri e con la realtà in genere.
L’impoverimento del lessico comporta spesso un impoverimento del pensiero, del ragionamento e della capacità di comunicare, quindi di essere in relazione con l’altro. Ampliare il proprio lessico non significa pavoneggiarsi o peggio assumere toni snobistici, ma significa arricchire gli strumenti a disposizione per sviluppare la propria personalità e migliorare la propria capacità di comprensione.
L’iniziativa di Zanichelli ha anche una valenza didattica: il riferimento all’etimologia di queste parole costituisce spesso uno spunto ricco e produttivo. Il progetto #paroledasalvare coinvolgerà anche alcune scuole delle città in cui il tour farà tappa.
La soddisfazione di un vocabolario più ricco
Invece di affermare che qualcuno ci vuole “ingannare” o “prendere in giro”, possiamo usare abbindolare (che rinvia al “bindolo”, all’arcolaio che girava per dipanare una matassa trasformandola in gomitolo), circuire (che rinvia a sua volta a una circolarità, a un “andare intorno”) oppure irretire (che rimanda invece a un a un “prendere nella rete” e che contiene anche il significato di “sedurre”, cioè di condurre a sé).
Un atteggiamento può essere definito ondìvago, che in letteratura significa propriamente “che vaga sulle onde”, e oggi è usato espressivamente anche nel linguaggio non letterario col significato di “incerto” o “indeciso”, “tentennante”.
Altri esempi di parole da salvare sono recalcitrare (originariamente “indietreggiare tirando calci”, detto per esempio di cavalli o muli, e più in generale “rifiutarsi, fare resistenza a una proposta o altro”), pusillanime (dall’animo piccolo, meschino), adombrarsi (spaventarsi davanti a un’ombra, nel caso di un cavallo, ma più in generale “turbarsi, rabbuiarsi, incupirsi”) o ancora sciatto, che significa trascurato, non accurato, da un latino exactus (ex aptus) cioè non adatto, non conveniente, approssimativo – per esempio in prosa sciatta, linguaggio sciatto.
La soddisfazione di usare la parola “più giusta”
Ecco alcuni esempi di frasi in cui una sola parola contribuisce a veicolare in maniera chiara e non fraintendibile un concetto.
“Ero al parco quando venni assalita da un cane piccolo, tozzo e ringhioso” > “Ero al parco quando venni assalita da un botolo”
“Quelle nuvole precedono e annunciano una tempesta” > “Quelle nuvole sono foriere di tempesta”
“Narrano che quel santone fosse in grado di sollevarsi in aria fisicamente, contro le leggi della gravità” > “Narrano che quel santone fosse in grado di levitare”
“Elisa mi sembra una giovane donna attraente e sensuale” > “Elisa mi sembra una nàiade”
“Vegetariano o vegano? No, mangio di tutto” > “Vegetariano o vegano? No, sono onnivoro”
“Tende a indulgere in atti di ossequio eccessivamente cerimoniosi e adulatori” > “Tende a indulgere in salamelecchi”
“Osservate la bellezza dei sottili getti d’acqua che sgorgano con impeto di quella fontana” > “Osservate la bellezza degli zampilli di quella fontana”